Verso la fine del 1941, la difesa costiera italiana fu completamente riorganizzata, in quanto la minaccia alle frontiere terrestri era praticamente nulla. Con la circolare n°3 del Capo di Stato Maggiore si aggiornò l’ ‘’Istruzione per la difesa sulle coste’’. Oltre alle difese fronte mare, con installazioni permanenti e semi permanenti, si provvide a creare punti di difesa nell’immediato entroterra, in modo che se il nemico fosse riuscito a sbarcare, tali punti dovevano rallentarlo, per dare modo alle unità di manovra di accorrere
per contrastarli. La circolare n°28000 ‘’Lavori di fortificazione alle frontiere marittime’’ ne precisava i criteri di costruzione. Il caposaldo che abbiamo preso in considerazione rientrava nella categoria “permanenti” e aveva lo scopo di arrestare colonne nemiche motomeccanizzate in fase di penetrazione. Tale struttura si trovava ad Arco Felice, in comune di Pozzuoli (Napoli).Esso consisteva in un grosso manufatto in cemento armato (questi tipi di strutture in cemento armato venivano spesso rifiniti in tutte le loro parti con accurate intonacature) piazzato a difesa di un crocevia, con la finalità di restringere la carreggiata. Di fronte al caposaldo venivano piazzati sbarramenti in filo spinato, grossi massi e/o denti di drago. Per questo, per completare il kit, si consiglia l’acquisto degli articoli Model Victoria Cod. 4051 (denti di drago), Cod. 4099, Cod. 40113 (cavalli di frisia con filo spinato).
Il varco stradale lasciato a lato del manufatto veniva chiuso con una sbarramento a braccio mobile, per il traffico ordinario, e con spezzoni di binario o grossi travi in legno (presenti nel kit Model Victoria), per impedire il passaggio ai mezzi del nemico. A tergo del complesso, una piazzola rialzata, per consentire il tiro al di sopra degli sbarramenti, ospitava un’arma controcarro. Al di sotto di tale piazzola trovava posto una riservetta semi interrata per munizioni e per vettovaglie, con funzione di ricovero per il personale. Una piazzola più piccola posta a lato della precedente, ospitava invece una mitragliatrice. Posto il tutto in un ambiente urbano, il caposaldo si integrava ad elementi architettonici preesistenti come muri, case, recinzioni.
Grosse bande in bianco e nero, dipinte sul muro esterno, avevano la funzione di rendere visibile l’ostacolo per la normale circolazione stradale. Il codice stradale, prescriveva già a quel tempo, che ostacoli posti sulla carreggiata o in prossimità, dovessero venire segnalati con bande bianche e nere con una inclinazione di 45° e con orientamento che andava dall’ alto a dx in basso a sx. In questo caso come testimonia la foto, inclinazione ed andamento non sono stati rispettati. All’interno del Kit è presente una maschera adesiva, che facilità la pittura delle sopracitate bande.
Nel complesso il Kit Model Victoria è grande (misure indicative 32×26 cm), e per questo permette al modellista di arricchire il diorama con molti particolari, come i bidoni italiani Model Victoria (Cod. 4006/ Cod. 4049/ Cod. 4098), le taniche italiane(Cod. 4030), le lamiere ondulate (Cod. 4046) o le casse di munizioni (Cod. 4078/ Cod. 4096/ Cod. 4097).
L’ inquadramento storico permette al modellista di sperimentare un’ampia scelta: fino ai primi giorni di settembre 1943, l’importante crocevia era sotto il controllo degli italiani, ma con l’armistizio avvenuto l’8 settembre il caposaldo fu requisito dall’esercito tedesco, che ne mantenne il controllo per poco meno di un mese, visto che poi nei primissimi giorni di ottobre le truppe alleate avanzarono conquistando la zona. L’intero kit si presta quindi ad ospitare diverse tipologie di truppe: da quelle italiane, a quelle tedesche (3 e 15. Pz. Gren. Div. – Fallschirm. Pz. Div. “Hermann Göring” – 26. Pz. Div.) a quelle Anglo-Americane ( 82nd A/B (USA) – 7th Amd Div. – 23rd Bde (GB) – 46th ID (GB) – 10th Corps (GB))